I traumi muscolari sono lesioni del tessuto muscolare di tipo diretto o indiretto (vedi traumi accidentali). Poiché traumi diretti implicano una qualche forma di intenzionalità, nell’ambito sportivo si ha solitamente a che fare con traumi muscolari indiretti.
In base all’impatto della lesione sul movimento consentito, i traumi muscolari vengono distinti in:
- lievi – in cui l’arco di movimento consentito è ridotto, ma comunque superiore alla metà del totale;
- moderati – in cui l’arco di movimento è ridotto a meno della metà, ma comunque a più di 1/3 del totale;
- severi – in cui l’arco di movimento è ridotto a meno di 1/3 del totale.
In base al tipo e alla gravità della lesione, invece, i traumi muscolari vengono classificati in contratture, stiramenti e strappi (questi ultimi possono essere di I, II o III grado).
La contrattura si manifesta a distanza di qualche ora o di qualche giorno dall’attività sportiva con un dolore mal localizzato. Si tratta, solitamente, di lesioni muscolari dovute ad eccessivo affaticamento.
Lo stiramento è la conseguenza di una lesione di media entità che altera il normale tono muscolare e che comporta un dolore di tipo acuto. Il dolore è solitamente ben localizzato e tale da costringere il soggetto a interrompere l’attività sportiva, anche se non necessariamente in maniera immediata.
Lo strappo muscolare, infine, è un dolore acuto e violento dovuta alla lacerazione di fibre muscolari che costringe ad abbandonare immediatamente l’attività sportiva. Nel caso di strappi di I grado, il deficit funzionale riportato è relativamente contenuto. Strappi di II grado, invece, comportano lacerazioni di uno o più fasci muscolari e un deficit funzionale significativo. Infine, gli strappi di III grado interessano un’area superiore ai 3/4 del muscolo nell’area interessata, nonché un deficit funzionale quasi assoluto.
Ai fini del trattamento è importante capire se il muscolo lesionato ha già subito traumi in precedenza. In seguito all’infortunio si ricorre spesso a ghiaccio e fasciature compressive. Possono seguire terapie fisiche mirate come tens endorfinica o laser e, nei limiti in cui il dolore lo consente, una leggera attività aerobica.