La Sindrome del tunnel carpale è la neuropatia periferica più frequente. Essa è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso e in particolare a livello del canale osteo-legamentoso chiamato canale (o tunnel) carpale.
La compressione può essere primitiva, quando è per lo più legata ad una lenta e progressiva restrizione del canale osteo-legamentoso, oppure secondaria. Tra le forme secondarie vanno ricordate quelle dovute alla infiammazione dei tendini flessori delle dita (che passano nel canale carpale insieme al nervo) e quelle legate a malattia dismetaboliche quali, ad esempio, il diabete o l’insufficienza renale cronica.
La Sindrome del tunnel carpale si presenta con un fastidioso formicolio nelle prime tre dita della mano, in genere a esordio notturno. Caratteristicamente, nelle prime fasi della malattia, il semplice movimento della mano fa transitoriamente scomparire il formicolio, ma poi il disturbo si fa sempre più costante. Col passare del tempo, il danno a carico del nervo aumenta. Ne consegue una illusoria riduzione dell’intensità del formicolio alle dita, a cui si accompagna però una sempre maggiore riduzione della sensibilità tattile a livello dei polpastrelli delle dita interessate, con difficoltà a utilizzare gli oggetti molto piccoli, come per esempio gli aghi.
La diagnosi di certezza si ha con l’esecuzione di una elettroneurografia ENG, che è quella parte dell’esame elettromiografico che usa lievi stimolazioni elettriche, ma non agoelettrodi.
Una volta fatta la diagnosi, in base alla gravità del quadro clinico presente, vi sono diverse opzioni terapeutiche. Quando la neuropatia persiste nel tempo ed assume una certa gravità, solo l’intervento (ambulatoriale) di neurolisi permette di risolvere il quadro clinico, eliminando da subito il formicolio e facendo partire i processi di recupero della lesione nervosa (e della sensibilità) il cui tempo di completamento dipende molto dalla gravità raggiunta dalla lesione prima dell’intervento.