Una patologia si dice cronica quando i suoi sintomi non migliorano nel tempo, rimanendo costanti oppure alternando fasi di remissione e riacutizzazione. Nel caso di patologie croniche, la terapia non è pertanto risolutiva: si concentra il trattamento sui sintomi per alleviare la sintomatologia dolorosa o invalidante e puntare al miglioramento della qualità di vita del paziente.
Per questo motivo, se ed appena possibile e consentito dalla natura intrinseca della malattia stessa, è importante intervenire sempre prima che la malattia peggiori diventando cronica.
Le patologie croniche avanzate sono moltissime, specie a carico delle età più avanzate, e questo anche per via dell’aumento dell’aspettativa di vita, per cui si hanno molti anziani con più patologie (le cosiddette co-morbilità), alcune delle quali a carattere cronico. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, patologie appartenenti a questo variegato gruppo costituiscono la causa dell’86% dei decessi in Europa.
Sono moltissime le malattie che possono arrivare a uno stadio di cronicizzazione e per questo è impossibile anche solo farne un elenco. Si pensi solo alle cardiopatie, agli ictus, ai tumori, ai disturbi respiratori cronici, al diabete, tutte condizioni in cui è possibile che si verifichi il carattere della cronicità. Per questo motivo, rimandiamo il lettore a schede informative più specifiche in questo stesso sito (tra cui patologie cardiologiche, patologie del sistema nervoso centrale o periferico, patologie dell’apparato osteoarticolare, patologie disabilitanti motorie, patologie internistiche, patologie muscoloscheletriche, patologie neuromuscolari, patologie non guaribili, patologie ostruttive, patologie restrittive, patologie reumatiche, patologie vascolari, patologie vertebrali).