Il paziente politraumatizzato è un paziente che presenta una o più lesioni derivanti da traumi – dovuti per esempio a incidenti stradali – tali da compromettere le sue funzioni vitali sino al possibile decesso.
A causa dell’alto tasso di mortalità collegato agli incidenti stradali, assume estrema importanza un soccorso tempestivo con team medico specializzato. I principali motivi che possono aggravare le condizioni di un paziente politraumatizzato sono l’ostruzione delle vie respiratorie, la riduzione del flusso sanguigno al cervello, le emorragie, una gestione impropria del trauma con diagnosi inaccurata e un mancato trasferimento in ospedali specializzati. La morte immediata si verifica nel 50% dei politraumatizzati, ma può sopravvenire anche entro 4 ore dal trauma (in ospedale), oppure tardivamente, a seguito di complicanze.
La prima valutazione per verificare la presenza di sintomi potenzialmente fatali è il cosiddetto approccio ABCDE ovvero la verifica di eventuali ostruzioni delle vie aeree dovute per esempio a corpi estranei o secrezioni (Airway); la valutazione della qualità del respiro (Breathing); il controllo della circolazione sanguigna ed eventuali emorragie arteriose (Circulation); la valutazione dello stato di coscienza del paziente e di eventuali lesioni al sistema nervoso centrale che possono condurre a shock (Disability); la verifica di eventuali lesioni gravi sul resto del corpo e la prevenzione dell’ipotermia (Exposure).
Una volta stabilizzato il paziente (quando possibile), si procede con la valutazione secondaria per riscontrare ulteriori lesioni non identificate in precedenza. Richiede l’anamnesi del paziente, la conoscenza della dinamica dell’incidente ed esami diagnostici strumentali quali l’emogasanalisi (EGA), il monitoraggio elettrocardiografico, esami radiologici, ecografia addominale, tomografia computerizzata (TC) e l’esame testa-piedi.
Al termine delle indagini cliniche il paziente è solitamente sottoposto a un trattamento chirurgico salvavita per riparare lesioni e bloccare emorragie. Una volta fuori pericolo e trasferito in terapia intensiva dove è sottoposto a monitoraggio, si procede con eventuali interventi ortopedici.