L’arteria aorta, la più grande e importante del corpo umano, quella che che trasporta il sangue carico di ossigeno a tutti i distretti corporei, emerge dal ventricolo sinistro, si dirige verso l’alto con il suo tratto ascendente, forma poi un arco (arco aortico) e ripiega quindi verso il basso dando luogo all’aorta discendente. Questa è formata da un tratto toracico e uno addominale e quest’ultimo, in corrispondenza della IV vertebra lombare, si biforca nell’arteria iliaca comune destra e comune sinistra.
Questo segmento dell’aorta, come del resto anche la radice aortica e il tratto toracico, può dare origine ad aneurisma, cioè una dilatazione anomala, permanente (in greco antico aneurysma significa infatti "dilatazione"). Le ragioni possono essere diverse (invecchiamento, ipertensione arteriosa, vasculiti, fumo di sigaretta, una predisposizione genetica). Gli aneurismi dell’aorta addominale sono più che altro di origine aterosclerotica e la loro sede principale è sita sotto l’emergenza delle arterie renali fino alla biforcazione dell’aorta (asse bisiliaco).
L’aneurisma è generalmente asintomatico, e la diagnosi viene posta tramite l’ecocolor-Doppler aorto-iliaco, una metodica non invasiva che permette la visualizzazione dei principali vasi sanguigni e di studiarne il flusso ematico.
Se l’aneurisma continua a espandersi, evolve verso la rottura che può essere improvvisa, con una elevata mortalità. Pertanto, gli aneurismi del’aorta addominale che si riesce a individuare e che sono a rischio rottura (per esempio, superiori ai 5 cm) vanno sottoposti a trattamento chirurgico o endovascolare per prevenire detto rischio. Quelli di diametro inferiore vanno controllati e operati solo se mostrano una rapida crescita.